mercoledì 15 aprile 2015

OSTELLO DELLA GIOVENTU' A ROMA PER IL GIUBILEO STRAORDINARIO 2015-1016

Italia Nostra Roma ripete: ci voleva Papa Bergoglio per far capire, a chi governa Roma, che la Capitale d'Italia è l'unica a non possedere un Ostello della Gioventù.
I padiglioni dell' ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà sono localizzazione idonea per un Ostello della Gioventù, ma non è sufficiente per le esigenze di Roma Capitale.
Invece, infelice, forzosa ed inidonea è la soluzione proposta da AIG di collocare un Ostello della Gioventù nei padiglioni abbandonati dell'ex Forlanini che, pare, al tramonto si trasformi in "un girone dantesco".
AIG fu protagonista della chiusura dell'Ostello della Gioventù alla Foresteria Sud del Foro Italico non trovò, allora, soluzioni alternative nè alla chiusura della sede nè al licenziamento dei suoi dipendenti.


 Si arrese e basta. 
E' singolare che, dopo tanti anni di silenzio colpevole, ora, solo ora, AIG sia tornata in sella proponendo e sostenendo soluzioni inaccettabili.
Ci risulta che AIG, negli anni, avrebbe venduto le sue proprietà: l'Ostello della Gioventù della Giudecca, a Venezia, e quello di Finale Ligure. Perchè ha venduto?
Ci chiediamo e vorremmo che il Comune valutasse se AIG sia soggetto solido al quale affidare la gestione dell'unico eventuale Ostello della Gioventù a Roma.
Forti sono le diffidenze di Italia Nostra Roma a consegnare l'eventuale struttura di accoglienza per giovani e famiglie  ad un soggetto che non ha saputo difendere, conservare e valorizzare le strutture di sua proprietà  e non si opposta alla chiusura  dell'Ostello nella Foresteria Sud del Foro Italico che aveva in gestione.

Nessuno, tranne la nostra Associazione ed il Presidente del Comitato per il Tevere, Sandro Bari, si è opposto allora alla chiusura della struttura al Foro Italico ma incredibilmente, ora, tutti rivendicano battaglie non combattute.
Una briciola di onestà intellettuale non guasterebbe.
Italia Nostra Roma suggerisce all'Assessore Caudo e all'Assessore Danese di pensare ad una gestione tutta pubblica che abbia l'unico ed esclusivo obiettivo di riportare e diffondere il turismo low-cost nella Capitale interrotto 4 anni fa nell'indifferenza della classe politica ed imprenditoriale romana. 

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